La formazione degli assistenti sociali nel «welfare» che cambia: una ricerca esplorativa
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La messa in atto in Italia di un modello di welfare plurale, che “intende promuovere le autonomie sociali e l’articolazione solidaristica tra le diverse autonomie esistenti” (Ranci, 2004: 52) richiede una rilettura attenta delle figure professionali coinvolte in tale processo. Il contributo intende mettere a fuoco la figura dell’Assistente Sociale, al quale vengono richieste nuove competenze. In un’ottica di welfare mix, infatti, si richiede agli operatori di essere in grado di leggere una realtà assai complessa e in profondo mutamento e insieme di muoversi entro una rete di attori sociali che spesso utilizzano linguaggi, pratiche e logiche d’intervento diverse: la flessibilità è però possibile solo se la formazione ha aiutato a costruire una dimensione di saper essere relazionale capace di cogliere i codici comunicativi propri dei diversi mondi. Nella consapevolezza, dunque, dell’importanza strategica della formazione, il contributo propone gli esiti di una ricerca svolta sull’offerta formativa di base e specialistica negli Atenei italiani sulle classi di Laurea che consentono l’iscrizione agli albi A e B degli Assistenti Sociali.
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